La dea scorpione by A. J. Flamel

La dea scorpione by A. J. Flamel

autore:A. J. Flamel [Flamel, A. J.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical, General, Thrillers, Suspense
ISBN: 9788899437190
Google: Jxi3tAEACAAJ
editore: Gainsworth Publishing
pubblicato: 2017-12-15T19:35:55.356000+00:00


CAPITOLO XVI

L'uomo in dalmatica rossa represse la tentazione di voltarsi. Era pedinato, se ne era accorto da un giorno. Anche se le strade di Menfi erano affollate, il suo istinto di predatore poteva percepire la presenza del suo inseguitore. Un uomo di Ezechiele, sicuramente. Doveva stare attento, era un momento delicato. Il traffico di silfio, rubato alle coltivazioni del tempio di Iside, e quello di armi in combutta con Lisimaco, lo avevano reso ricco al di là di ogni migliore speranza. Avrebbe dovuto girare con una scorta armata, anche a costo di dare nell'occhio. Poteva permettersi di perdere l'ultimo carico di armi. Poteva anche tollerare che uccidessero Lisimaco per farlo. Sorrise tra sé all'idea, gli avrebbero risparmiato la fatica di eliminare un testimone scomodo. Ma non poteva assolutamente mettersi alla mercé di Ezechiele e dei suoi sicari, non ora.

La calura del pomeriggio di ottobre era ancora intensa, e si terse la fronte con il dorso della mano. Prese il medaglione di bronzo che teneva appeso al collo con una lunga catena d'oro. Usò il fondo lucido come uno specchio per guardarsi alle spalle senza voltarsi, accelerando il passo. Non fu difficile identificare l'inseguitore tra la folla, mentre tentava di districarsi per non perderlo di vista. Eccolo, è quello con la tunica a righe bianche e verdi. Imboccò un vicolo alla propria destra, senza rallentare. Riflessa nell'ovale del medaglione, la sagoma del pedinatore non tardò a profilarsi sull'imboccatura soleggiata della stradina. Ancora a destra, in un passaggio ancora più angusto. La seconda porta che provò era aperta. Si infilò cauto nel piccolo magazzino, ingombro di rottami e per fortuna deserto, chiudendo silenziosamente la porta dietro di sé. Estrasse la corta spada e si mise ad ascoltare. Non tardò molto ad arrivare lo scalpiccio di passi affrettati. È qui, si starà chiedendo dove io sia sparito. Aprì di colpo la porta. L'inseguitore era un passo oltre, ma si voltò di scatto. Era scuro di carnagione, con barba e capelli ricci e neri. Senza esitare, l'uomo in dalmatica affondò la lama nell'addome dell'altro, che si mise a urlare con quanto fiato aveva in corpo. Si portò rapidamente alle spalle della vittima, senza mollare la presa sulla spada. Con la mano libera gli chiuse la bocca, mentre con l'altra tirò la lama ancora più a fondo nelle viscere, finché la preda non smise di agitarsi e si afflosciò a terra. Estrasse la spada e la pulì sulla tunica della sua vittima. Si guardò intorno, nessuno era apparso nell'angusto passaggio, o non aveva osato farlo. Non si preoccupò di nascondere il corpo. Prima lo trovano, meglio è. Spero che Ezechiele capisca al volo il messaggio. Si mise a camminare con tranquillità, prendendo tra le mani il medaglione. La lupa, fusa e cesellata con grande abilità, mandò un bagliore cupo. L'uomo in dalmatica rossa sorrise compiaciuto. Sarebbe ritornato al momento opportuno, alla testa di un esercito. E con le legioni occupate contro i Parti a est e l'Egitto in rivolta a sud, Roma sarebbe stata una facile preda.



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